Lo studio di podologia effettua i seguenti trattamenti:
Per callosità si intende un aumento eccessivo dello strato epiteliale della cute con ispessimento.
Esiste anche un’altra forma denominata ipercheratosi subungueale o callosità subungueale che interessa le unghie.
La localizzazione del callo dipenderà, quindi, o dal tipo di piede o da una condizione patologica dell’osso sottostante che può essere dovuta ad una miriade di fattori. Il trattamento del callo prevede una cura professionale di routine da parte del podologo con controlli periodicinsia per i calli duri che per i calli molli.
La terapia podologica consiste:
- Nella pulizia chirurgica degli accumuli ipercheratosici (callosità) e nella riduzione della pressione su queste regioni prominenti;
- Nel verificare che nella scarpa lo spazio tra le dita sia adeguato;
- Nel consigliare l’uso di cuscinetti personalizzati in silicone o dei feltri.
E’ un’infezione dell’apparato ungueale da parte di miceti (funghi).
L’onicomicosi può manifestarsi con un cambiamento di colore in una porzione dell’unghia, quando l’infezione funginea si diffonde in profondità può ispessire e sbriciolare la lamina.
Il trattamento podologico prevede:
la rimozione del materiale prodotto dal micete, l’applicazione di antimicotici locali per debellare la micosi (fungo).
I fattori in grado di aumentare la probabilità di manifestare un in infezione funginea alle unghie (onicomicosi) sono:
- Iperidrosi (sudorazione eccessiva);
- Lavoro in un ambiente umido;
- Psoriasi (malattia della pelle);
- Calze e scarpe che impediscono la traspirazione e non assorbono il sudore;
- Ambienti umidi come piscine, docce e gli spogliatoi;
- Tinea pedis (piede d’atleta);
- Diabete
- Problemi circolatori, ecc.
L’onicogrifosi (unghia ispessita) è un’alterazione nella crescita della lamina ungueale, o meglio un’ipertrofia ungueale che si manifesta con un’evidente deformazione della lamina.
Le cause dell’onicogrifosi possono essere:
- Stasi sanguigna;
- infezioni funginee;
- traumi ripetuti provocati da calzature troppo strette o da lesioni a seguito di urti violenti sull’unghia;
- malattie sistemiche circolatorie che inibiscono il supporto necessario di nutrienti a livello periferico.
L’eccessivo spessore della lamina può provocare l’insorgenza di callosità sub-ungueale (cioè al di sotto dell’unghia), provocando dolore.
Il trattamento podologico consiste nell’abrasione dello strato di unghia in eccesso.
L’onicocriptosi (unghia incarnita), è una delle onicopatie più diffuse. L’unghia incarnita è determinata dalla penetrazione nei bordi ungueali e nei tessuti molli circostanti della lamina ungueale.
Segni e sintomi dell’unghia incarnita
Si manifesta con gonfiore ed eritema del solco ungueale che può degenerare in un granuloma periungueale e possibile sviluppo di infezioni.
Il trattamento dell’unghia incarnita
Consiste nell’asportazione di una porzione di unghia.
RISOLUZIONE
L’asportazione della porzione di unghia è sempre risolutiva quindi, non è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
L’onicofosi (callo subungueale) è l’accumulo di ipercheratosi nel vallo laterale dell’unghia, localizzata più spesso a livello dell’alluce. Questa alterazione può essere provocata dall’eccessiva pressione esercitata da calzature strette, da un’alterazione strutturale dell’unghia e/o da un deficit di appoggio.
L’eritema e la tumefazione si localizzano tipicamente sul solco ungueale, portando alla formazione di un’unghia incarnita.
Trattamento dell’onicofosi
Il trattamento dell’onicofosi consiste in un taglio corretto dell’unghia e all’abrasione della lamina con conseguente asportazione dell’ipercheratosi periungueale.
Per onicolisi si intende il distacco di una parte di unghia o il distacco totale.
Le cause possono essere:
– Traumi ripetuti provocati da calzature troppo strette
– Lesioni a seguito di urti violenti sull’unghia
Trattamento dell’onicolisi
Il trattamento consiste nell’asportazione della zona interessata.
La verruca pedis, nota come verruca è una lesione epidermica (facilmente condondibile con un’ipercheratosi o callo), che interessa la cute causata da un agente virale appartenente alla famiglia dei Papovavirus.
Il trattamento della verruca
Il trattamento più utilizzato è la cauterizzazione chimica, attraverso l’uso di acidi, il cui obbiettivo è quello di produrre una necrosi e la successiva esfoliazione del tessuto verrucoso.
Cosa Sono:
I plantari podologici sono dispositivi medici grazie ai quali otteniamo un riequilibrio morfo-strutturale dell’arto durante la fase di appoggio e propulsione, sia in statica che in dinamica.
Il plantare viene utilizzato negli stati algici o infiammatori del piede: metatarsalgia, neuroma di morton, piede diabetico, artrite reumatoide (piede reumatico) ed inoltre in patologie che colpiscono il sistema vascolare e nervoso linfatico (vasculopatia periferiche, etc…)
NEL NOSTRO STUDIO REALIZZIAMO I PLANTARI A LIEVITAZIONE WALKABLE:
Il procedimento di impronta a levitazione dei plantari produce:
- una migliore e più uniforme distribuzione delle forze di carico su tutto il piede;
- un migliore reflusso venoso (ossigenazione del sangue e defaticamento) l’appoggio totale fa sì che ad ogni passo si eserciti una pressione uniforme sui terminali venosi del piede (soletta di Lejars).
- una stimolazione propriocettiva della superficie plantare che regola la giusta tensione muscolare e tendinea, fatto essenziale per una ottimale coordinazione tra i diversi distretti articolari. Ne deriva un miglior equilibrio e controllo della stabilità articolare di tutto l’arto inferiore.
Il plantare a lievitazione è indicato nelle seguenti applicazioni:
- IL PIEDE DELLO SPORTIVO per il sovraccarico funzionale al quale si sottopongono le strutture osteo-muscolo-tendinee.
- IL PIEDE PIATTO E PIATTO VALGO
- IL PIEDE CAVO
- METATARSALGIE BIOMECCANICHE
- PLANTALGIE DISMETABOLICHE-VASCOLARI (diabete, gotta, artitre reumatoide, psoriasi).
- ESITI POST TRAUMATICI come fratture metatarsali, tarsali e calcaneari.
- PATOLOGIE CUTANEE E SOTTOCUTANEE (borsiti, igromi, ipercheratosi).
- OSTEOFITOSI CALCANEARI.
- INSUFFICIENZE CIRCOLATORIE DEGLI ARTI INFERIORI.
L’ortoplastica (orthoplastia) è la tecnica che permette di realizzare e personalizzare, dispositivi medici su misura per ottimizzare l’assetto biomeccanico del piede, in particolare dell’avampiede avvalendosi di gomme siliconiche che hanno diverse proprietà: durezza, morbidezza, elasticità e proprietà d’uso.
Il silicone può essere distinto in tre tipologie: Correttivo, di scarico o protettivo.
Silicone correttivo:
Si utilizza quando bisogna correggere le alterazioni scheletriche del piede ed è l’alternativa più efficace all’intervento chirurgico, la dove è possibile operare, o nel caso in cui il paziente stesso non vuole sottoporsi ad intervento chirurgico.
Silicone di scarico:
E’ utilizzato nelle situazioni dove occorre scaricare una zona di ipercarico o soggetta a sollecitazioni e/o attriti da parte della calzatura. Dire che l’orthoplastia di scarico non corregge, non è corretto, poiché anch’essa deve avere una induzione alla correzione, se pur leggera ma presente per limitare la dismorfosi biomeccanica già in atto e/o per evitare comunque atteggiamenti podoposturali viziati di comodo che ne agraverebbero la patologia.
Silicone protettivo:
E’ tale quando protegge le articolazioni e può essere prodotto per qualsiasi paziente.
Con il termine metatarsalgia si intende una serie di sindromi dolorose corrispondenti alla regione plantare del piede. Clinicamente in questi casi si apprezzano delle formazioni di ipercheratosi o callosità plantari (callo) in corrispondenza della/e testa/e metatarsale/i.
Esame podoscopico
Il podoscopio è uno strumento che permette di valutare l’impronta plantare grazie alla distribuzione del carico sui piedi, evidenziata dalla differente intensità luminosa che mostra i punti di appoggio. Si tratta di un esame in statica.
Il piede piatto è caratterizzato dal collasso della volta plantare che può essere dovuto a situazioni congenite (piede piatto del bambino) e acquisite (piede piatto dell’adulto).
Diagnosi del piede piatto:
La forma d’impronta che il piede lascia sul terreno definisce il tipo di piattismo. Con un apposito podogramma si rileva e si analizza l’impronta definendo piede piatto un piede che ha una superficie d’appoggio dell’istmo maggiore di 1/3 della superficie d’appoggio del tallone anteriore.
Il piede piatto nell’adulto
Le cause di piede piatto nell’adulto sono divise in due grandi categorie:
- evoluzione di un piede piatto congenito non trattato (piede piatto flessibile dell’adulto)
- piede piatto secondario a disfunzione del muscolo tibiale posteriore o a fratture, lacerazioni tendinee, artrite reumatoide, neuropatia (ad esempio nel piede diabetico) o miopatia.
Il Piede piatto del bambino
In linea di massima si distinguono due forme cliniche di piede piatto nel bambino: una viene definita piede lasso infantile, dipende dal fatto che lo sviluppo muscolare del piede non coincide con l’età del bambino. In questi casi, l’utilizzo di plantari e una appropriata fisioterapia contribuiscono a ripristinare i normali rapporti anatomici e a recuperare la corretta fisiologia del piede. La seconda, detta piede piatto genetico evolutivo, è una deformità che tende a progredire e a divenire nel tempo invalidante; si accompagna a valgismo del calcagno (il calcagno cioè si porta verso l’esterno) e/o allo scivolamento mediale dell’arco interno (il piede tende a scivolare verso l’interno nella sua parte dorsale e centrale) con medializzazione dell’astragalo. In questo secondo caso il trattamento è solo chirurgico.
Una valutazione del piede si può fare intorno ai tre-quattro anni: se in famiglia sono presenti altri casi di piede piatto, è necessario valutare il bambino con maggiore attenzione perché si potrebbe essere di fronte alla seconda forma.
Ci sono poi forme di piattismo “funzionale”, secondarie ad altre anomalie: obesità e sovrappeso, debolezza muscolare, malattie neurologiche, abitudini posturali errate, calzature inadeguate.
Il piede cavo è una malformazione congenita o acquisita della volta della pianta del piede.
Il piede cavo è l’esatto contrario del piede piatto e può essere associato ad altre patologie.
L’area di appoggio del piede è limitata alla parte anteriore ed al calcagno, la parte intermedia ha un contatto limitato o assente con la base di appoggio. Il calcagno si varizza e si verticalizza.
La chiave alla prevenzione delle amputazioni consiste nella diagnosi precoce e nello screening dei piedi dei pazienti a rischio, almeno una volta l’anno.
Il ruolo del podologo.
Il podologo grazie alla sua formazione è in grado di prevenire e trattare le complicanze del piede diabetico.
I primi segni.
Per il diabetico che non ha ancora sviluppato complicazioni al piede, ci sono dei primi segnali che vanno riconosciuti e posti all’attenzione del medico di famiglia o del podologo. Essi sono:
- alterazioni cromatiche (variazioni del colore) della cute;
- aumento della temperatura cutanea;
- gonfiore al piede o alla caviglia;
- dolore alla gambe, sia riposo che camminando;
- frequenti ferite aperte, con o senza secrezione, lente a guarire;
- unghie micotiche (funghi) e onicocriptosi (unghie incarnite);
- ipercheratosi (calli e duroni) con versamento ematico;
- crack epidermico (ragadi), specialmente intorno al calcagno;
L’ulcera è di riscontro comune nel piede diabetico. Scarpe inadeguate o qualcosa di molto più banale come può essere una cucitura delle calze, non vengono immediatamente sentite come fastidiose dal diabetico a causa di un livello ridotto della sensibilità, possono provocare ulcerazioni della pelle. Ulcere del genere, se non trattate, possono infettarsi rapidamente e condurre a serie conseguenze.